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Il Profilo del Bullo: Fragilità Nascoste Dietro Maschere di Forza

Il bullismo è un fenomeno complesso, che coinvolge non solo le vittime ma anche chi agisce da carnefice. Anche i bulli hanno un profilo di personalità ben definito, caratterizzato da comportamenti e atteggiamenti specifici. Sorprendentemente, molti di questi comportamenti derivano da una fragilità interiore che il bullo cerca di nascondere. L’atto di bullismo diventa così una conferma di un’immagine di forza e sicurezza a cui il bullo stesso fatica a credere.

La necessità di spettatori

Avere un pubblico che osserva, ride o rimane indifferente, fornisce al bullo la conferma del proprio potere e della propria forza.

Per il bullo, la presenza di spettatori è fondamentale. Avere un pubblico che osserva, ride o rimane indifferente, fornisce al bullo la conferma del proprio potere e della propria forza. Questo comportamento riflette una profonda insicurezza: il bullo necessita di costanti rassicurazioni esterne per sentirsi forte e sicuro di sé.

 

Secondo Tonioni (2014), il bullo possiede caratteristiche specifiche nel modo di relazionarsi con gli altri:

 

  • Aggressività: Un modo obbligato di interazione, dove prevalere sugli altri è l’unica forma di relazione conosciuta.
  • Impulsività: Agire senza riflettere sulle conseguenze delle proprie azioni.
  • Scarsa tolleranza: Particolarmente verso le frustrazioni, le regole e le autorità.
  • Grande considerazione di sé: Incapace di mettersi in discussione, nasconde i propri difetti dietro una maschera di autostima.
  • Mancanza di empatia: Incapace di comprendere i sentimenti degli altri, vede le vittime come oggetti.
  • Mancanza di sensi di colpa: Assenza di responsabilità, con consapevolezza dei vantaggi personali derivanti dalla prevaricazione.
  • Ostilità: Rivolta verso scuola, insegnanti e famiglia.
  • Abilità nelle attività sportive: Spesso eccelle nelle competizioni aggressive.
  • Uso di sostanze e problemi legali: Conseguenza dell’inclinazione alla trasgressione.

Tipologie di Bulli

Stefano Rossi, psicopedagogista scolastico, ha identificato tre tipologie di bullo: il bullo di fuoco, il bullo di ghiaccio e il bullo di fango. Ognuna di queste tipologie rivela differenti difficoltà nella gestione del proprio mondo interno, che si manifestano in comportamenti distruttivi, prepotenti e mortificanti verso gli altri.

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Il bullo di fuoco

Il bullo di fuoco è un bambino o adolescente fortemente impulsivo, che ha difficoltà nel gestire le proprie emozioni, un processo noto come auto-regolazione. Questo tipo di bullo tende a infiammare il mondo intorno a sé con le sue reazioni aggressive e prepotenti.

Nel libro “Mio figlio è un casino”, Stefano Rossi parla dei genitori zucchero-filato, che spesso hanno figli che diventano bulli di fuoco. Questi genitori, pur desiderando la felicità dei loro figli, falliscono nel dare loro i giusti limiti e regole. 

Le regole sono un dono d’amore e aiutano i bambini a imparare l’arte dell’auto-regolazione, necessaria per gestire l’impulsività.

Il bullo di fuoco non intende ferire intenzionalmente i compagni, e spesso si sente dispiaciuto per aver perso il controllo delle proprie emozioni.

Il bullo di ghiaccio

Il bullo di ghiaccio, invece, ha una configurazione emotiva diversa. Questo tipo di bullo ha un cuore che è diventato duro e freddo, incapace di empatizzare con gli altri. La sua difficoltà principale non risiede nell’auto-regolazione, ma nella risonanza empatica, ovvero nel comprendere l’effetto dei propri comportamenti sugli altri.

Spesso, dietro un bullo di ghiaccio si trova un genitore sceriffo, che educa il figlio nel segno delle regole, ma senza offrire un contesto d’amore. Questo tipo di educazione fa sì che il bambino non si senta amato o visto dai propri genitori, portandolo a indurire il proprio cuore per sopravvivere emotivamente.

Il bullo di fango

Il bullo di fango è un bambino o ragazzo che ha subito ripetute umiliazioni, mortificazioni e vergogne. Spesso, il genitore di un bullo di fango non è un porto sicuro, ma un uragano di critiche e ferite emotive. La vergogna è l’emozione predominante nel bullo di fango, facendolo sentire non degno di amore.

Questo sentimento può portare a comportamenti autolesivi o autodistruttivi. Il bullo di fango lancia il proprio fango sul mondo nel tentativo di liberarsi dalle umiliazioni subite, diventando protagonista di atti vandalici e distruttivi.

Illustrazione che dice: Impara a conoscere il prossimo, impara ad apprezzarlo

Affrontare il bullismo

Per combattere il bullismo, è essenziale non umiliare i bulli ma aiutarli.

Il bullo di fuoco deve imparare l’arte della regolazione delle emozioni.

Il bullo di ghiaccio ha bisogno di sentirsi visto e amato.

Il bullo di fango necessita di un aiuto per elaborare la vergogna che ha intaccato la sua anima. 

I bulli non devono essere allontanati dalla scuola, ma piuttosto inclusi in un percorso educativo che enfatizzi l’educazione emotiva. Un adulto-porto sicuro, come un insegnante o un educatore, può fare la differenza, insegnando ai ragazzi l’empatia, la responsabilità e la gestione delle emozioni. All’interno di una relazione di supporto, questi ragazzi possono imparare a navigare nel mare delle emozioni e trasformare i loro comportamenti negativi in interazioni positive.


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