Bullismo e cyberbullismo: intervista alla referente per il bullismo dell IC G. Matteotti
Abbiamo avuto il piacere di intervistare la professoressa Camilla Zauli, referente per il bullismo presso l’Istituto Comprensivo G. Matteotti di Riano, in provincia di Roma.
Con una profonda esperienza nel supportare studenti e famiglie, la professoressa Zauli ci ha parlato del fenomeno del bullismo, delle sfide affrontate dalla scuola e dell’importante ruolo della piattaforma Butterfly nel migliorare la prevenzione e gestione delle segnalazioni di bullismo e cyberbullismo.
Quali sono, secondo lei, gli aspetti principali che differenziano il bullismo da altri conflitti o comportamenti scorretti tra ragazzi?
I ragazzi devono imparare a gestire in maniera funzionale e civile attriti e contrasti, che fanno parte della normalità di ogni individuo; il bullismo però si distingue da altri comportamenti scorretti o situazioni di conflitto per tre caratteristiche, che lo rendono un fenomeno difficile da gestire per un ragazzo che può avvalersi solo delle proprie risorse e strategie:
- Reiterazione nel tempo: non si tratta di episodi sporadici, ma ripetuti e perpetuati in più e più occasioni
- Squilibrio di “potere”: di solito tra vittima e bullo vi è una situazione di squilibrio di “potere” (dovuta a varie condizioni di fragilità della vittima, affezione per il bullo stesso, ecc.), che rende complesso per la vittima opporsi alle prepotenze
- Ridefinizione della condotta morale: è raro che chi compie atti di bullismo si assuma le proprie responsabilità, tenderà piuttosto a rivisitare il ruolo della vittima, degli osservatori e il proprio, a sminuire quanto fatto e pertanto non potrà da solo rendersi conto della gravità delle proprie azioni e modificare la propria condotta
Che ruolo gioca la consapevolezza sul fenomeno del bullismo nella prevenzione e gestione dei casi all’interno della comunità scolastica?
Essere consapevoli che si sta vivendo una situazione caratterizzata dalle dinamiche tipiche del bullismo è fondamentale, perché permette a tutti i protagonisti (vittima, bullo, osservatori) di capire il ruolo che si sta assumendo in quel contesto e quindi di lavorare su sé stessi. Inoltre dà la percezione dell’ampiezza e diffusione del fenomeno, facendo sì che i ragazzi si sentano meno soli e inadeguati nell’affrontarlo.
Può raccontarci quali sono le principali criticità che ha riscontrato nella gestione dei casi di bullismo fino ad oggi?
La gestione dei casi di bullismo e cyberbullismo era affidata ad un team preposto secondo un protocollo di intervento strutturato, tuttavia mi è mancato uno strumento che permettesse di avere una visione di insieme dei casi stessi, di raccogliere tutte le informazioni in maniera ordinata e di strutturare un report finale per la progettazione degli interventi nei successivi a.s.
Inoltre ho trovato complesso raccogliere informazioni esclusivamente nell’orario scolastico, tra una lezione e l’altra, mi è sembrato che i ragazzi non avessero uno spazio d’ascolto adeguato, specie per quel che ha riguardato il monitoraggio dei casi “chiusi”.
Infine sono tanti gli studenti che sappiamo non hanno chiesto aiuto per paura e vergogna.


Come ha visto evolversi il fenomeno del bullismo e del cyberbullismo negli ultimi anni nella sua esperienza?
Ciò che ha dato una svolta definitiva al fenomeno del bullismo è stato l’avvento dei socialnetwork e la loro diffusione tra i giovanissimi, tanto che si è sviluppato il fenomeno del cyberbullismo, il quale ha aggiunto degli aspetti molto critici alle dinamiche già di per sé complesse del bullismo “tradizionale”. Ha reso pervasivo il fenomeno nel tempo e nello spazio (l’offesa può rimanere sui social per più giorni e può colpire la vittima ovunque si trovi) e ha fornito uno schermo dietro cui nascondersi a molti individui che altrimenti avrebbero avuto timore ad esprimersi. Inoltre ha creato degli ambienti in cui i ragazzi sono costantemente esposti al giudizio e l’osservazione dei pari.
In che modo la piattaforma Butterfly può aiutare studenti, genitori e docenti a gestire le segnalazioni di bullismo in maniera più efficace?
Per quanto riguarda i docenti potrebbe rappresentare uno strumento per gestire in maniera più strutturata ed efficace i casi, somministrando questionari, raccogliendo i dati in maniera ordinata, fornendo al segnalante un feedback costantemente aggiornato e fornendo al referente del bullismo una visione d’insieme dei casi nell’istituto.
Per i ragazzi potrebbe essere uno spazio d’ascolto sicuro, dover potersi esprimere anche in forma anonima e che attraverso domande guidate fornisca loro gli strumenti per comprendere e affrontare la situazione.
Conseguentemente per i genitori può rappresentare una risposta concreta delle istituzioni al fenomeno e quindi generare un clima di fiducia e collaborazione efficace.
Quali sono le sue aspettative rispetto all’impatto che Butterfly avrà sul clima scolastico e sulla prevenzione del bullismo?
Mi aspetto che la tematica venga affrontata in maniera più diffusa tra alunni, famiglie e professori e con la dovuta complessità; mi auguro che l’ambiente scolastico venga percepito come sicuro, che l’istituzione scolastica sia sempre più attenta ai bisogni degli studenti e che la scuola abbia gli strumenti per analizzare il fenomeno nel territorio e rispondere in maniera adeguata.
Spero che si crei un clima di fiducia e responsabilità, che tutti diano più valore alle segnalazioni e che il fenomeno non sia banalizzato e semplificato come spesso accade.
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“Butterfly: la risposta concreta al bullismo“